lunedì 24 agosto 2015

Lavori nell’orto: settembre e ottobre

Lavori nell'orto di settembre-ottobre
Fine settembre e inizio ottobre  rappresentano il passaggio dall'estate all'autunno. Molte coltivazioni terminano, altre possono essere iniziate. In particolare si possono avviare le semine di tutti gli ortaggi che allieteranno le nostre tavole fino alla primavera successiva. E' anche un periodo di grandi raccolte: non dimentichiamo la raccolta dei semi per gli ortaggi che ci hanno soddisfatto di più, e la produzione di talee


I lavori

In questo periodo continuiamo a mantenere in buone condizioni gli ortaggi che sono ancora in produzione: E' importante eliminare con costanza le erbacce, prima che vadano a seme e infestino il terreno per la stagione successiva. Si rincalzano ancora gli ortaggi che beneficiano di questa pratica, come i POMODORI. L'irrigazione deve continuare con cadenza quasi quotidiana, salvo il verificarsi delle prime piogge. Continuate la LEGATURA DEI POMODORI ma se superano i 180-200 cm cimateli perché i frutti prodotti a quelle altezze sono piccoli e difficilmente maturano.  Nelle zone più calde, dove le MELANZANE possono produrre fino a dicembre, procedete alla CIMATURA delle piante in modo che vengano emesse nuove ramificazioni laterali, considerando che la produzione si concentra su queste e le più basse producono frutti più grossi.
 

 

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Un'altra pratica che potete mettere in opera nei vostri orti, tipica di questo periodo, E' l'IMBIANCHIMENTO del SEDANO o della SCAROLA: quando le foglie sono ben asciutte, raccoglietele e stringetele senza forza con un pezzo di iuta o telo plastico nero. Invece stringete di più il bordo alto della fasciatura, per evitare che le lumache vi si infilino o che, in caso di pioggia, troppa acqua penetri ristagnando. Le coste diventeranno bianchissime e croccanti. Questa operazione fa fatta circa quindici giorni prima della raccolta, e non dovrebbe durare più a lungo.
Eliminate il fogliame esterno del PREZZEMOLO, che può risultare ingiallito, per consentire l'emissione di nuove foglie fresche. Eliminate le fioriture del BASILICO se volete raccogliere ancora foglie profumate almeno fino alla fine di ottobre.
Le spighe fiorali del basilico vanno eliminate, per prolungare il periodo di produzione
 

Semine

Per le semine di questi periodi è possibile vedere il calendario delle semine, di settembre e ottobre su questo sito:
Coltivare l'orto
Generalmente i calendari vengono pubblicati una settimana prima dell'inizio del mese.

Semina della bieta in un contenitore alveolare
 
 

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Semina dei radicchi

Il radicchio va seminato in terra a spaglio o a righe. Conviene però seminare in contenitori alveolari di piccole dimensioni distribuendo pochissimi semi ogni alveolo. Successivamente alla nascita, quando le piantine sono alte due o tre cm, diradate lasciando una sola pianta in ogni alveolo. Quando le piantine saranno alte 8-10 cm si potranno trapiantare, scegliendo solo le migliori. Il RADICCHIO DI VERONA  forma naturalmente cespi che non hanno bisogno di protezione invernale (la condizione per l'accestimento E' il freddo). Il RADICCHIO DI TREVISO, invece, produce foglie poco commestibili: queste dovranno essere eliminate trasferendo le radici in una cassetta colma di sabbia, al buio, dove emetteranno le caratteristiche foglie rosse e croccanti.

 
Cicoria rossa di Treviso in fase di emersione, 6-10 giorni dopo la semina
 
 

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Raccolta dei semi

Settembre E' il mese più adatto alla raccolta dei semi per le piante che hanno completato o stanno completando il ciclo produttivo. Non scegliete i frutti più piccoli, per una falsa economia, ma riservate alla produzione del seme frutti scelti tra i più sani e più grandi, da lasciare sulla pianta finché non sono assolutamente ben maturi. Se avete nell'orto degli ortaggi ottenuti da seme  di varietà  contrassegnate F1 non provate ad ottenere semi dai loro frutti, perché non vi daranno mai piante simili all'originale. I frutti a polpa morbida (pomodori) vanno lasciati maturare al massimo e poi spappolati sotto un getto d'acqua in modo che la polpa si separi dai semi. I frutti come i peperoni vanno aperti con un coltello separando i semi dalla polpa. In ogni caso i semi vanno messi su un cartone  e tenuti all'ombra in luogo ventilato in modo che possano asciugare cedendo tutta la loro umidità . Sostituite più volte il cartone anche con carta da cucina, finché i semi non saranno perfettamente asciutti. Conservateli in un barattolo di vetro o meglio di coccio ben chiuso, al buio e possibilmente ad una temperatura intorno ai 10 °C.
 

Semi di pomodoro
 
     
     
 


Raccolte

In questo periodo si raccoglie il maggior numero di ortaggi; quelli seminati in primavera terminano il loro ciclo e si possono spogliare le piante di tutti i frutti; altri, seminati più tardi, iniziano ora la fase produttiva.
Tra gli ortaggi che finiscono la produzione possiamo considerare le CIPOLLE PRIMAVERILI (a giorno lungo) , i FAGIOLINI, i PISELLI, la LATTUGA. In questi casi si raccoglie tutta l'aiuola e si predispone la conservazione degli ortaggi che non riusciamo a consumare subito; possono essere essiccati, congelati crudi o cotti, messi sott'olio o sott'aceto.
Gli ortaggi che  continuano la produzione vanno raccolti secondo le modalità  specifiche di ciascuno. I POMODORI possono essere staccati con le mani (utilizzando due mani: una stacca il pomodoro e l'altra regge il fusto della pianta) mentre i PEPERONI vanno preferibilmente recisi nella parte alta del gambo con un attrezzo tagliente e robusto, come una forbice da giardiniere: infatti il peperone E' una pianta fragilissima ed E' facile rompere interi rami staccando un frutto. La raccolta della BIETA A COSTE si fa staccando le foglie esterne più grosse: basta tirarle lateralmente con una mano, mentre con l'altra si tiene la pianta. La LATTUGA si raccoglie recidendo il gambo a livello del terreno con un coltello affilato. 
 

La raccolta della bieta si fa prelevando le foglie più esterne. La pianta ne produce rapidamente di nuove, nella sua parte centrale
 
 

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Raccolta delle cipolle da conservare

Le varietà  seminate in primavera, dette a giorno lungo, sono adatte alla conservazione, contrariamente a quelle seminate in autunno che si consumano fresche in primavera.
Tra le cipolle da conservare primeggiano la Dorata di Parma e la Ramata di Milano. In una giornata asciutta, estirpate le piante. Se il terreno resiste smuovetelo con un forcone tenendo i denti ben lontani dai bulbi. Scuotete la terra e lasciate asciugare le cipolle cosଠcome sono al sole, in modo che il velo più esterno e la terra ancora aderente a questo si stacchino con facilità . Conservate le cipolle appendendole in un luogo asciutto e buio, scegliendo solo i bulbi sicuramente sani. Alla raccolta il gambo dovrebbe essere secco. I bulbi con gambo fresco o grosso non sono adatti alla conservazione, marciranno con facilità : E' consigliabile consumarli freschi, e comunque per primi.
 

Le cipolle si estirpano dal terreno e si fanno asciugare alcuni giorni
 


I peperoncini piccanti

I peperoncini vanno raccolti con attenzione, utilizzando guanti di lattice se si tratta di varietà  molto piccanti. Molti usano recidere el piante alla base appendendole a seccare con tutti i peperoncini. Altri, una volta staccati i frutti, confezionano delle collane collegando un frutto all'altro con un ago grosso e del filo resistente o spago fino. Un altro metodo consiste nell'inserire tutti i frutti in un sacchetto a rete, appendendolo. Dopo una essiccatura molto accurata i peperoncini si possono conservare interi in un barattolo di vetro, oppure si possono ridurre in polvere. Frullateli prima a lungo per ottenere una prima sminuzzatura, poi passateli in un macinino per il pepe o il caffè per una macinatura più fine. Potete pulire gli attrezzi usati macinandovi dei chicchi di riso, finché la polvere non esce bianca.
 

 
 

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Raccolta di peperoncino piccante Bih Jolokia
 

Fare le talee

A settembre si può pensare alla moltiplicazione per talea di molte piante come il ROSMARINO, il TIMO, la SALVIA.  Per preparare le talee recidete dei rametti vigorosi lunghi 15-20 cm; eliminate le foglie basali lasciando solo due foglie in alto e metteteli in un vaso con acqua che li ricopra a metà , in modo che inizino a emettere le radici. Quando queste sono lunghe circa 1 cm interrate le talee in terriccio da giardino. Quando notate che la talea sta emettendo delle nuove foglie, potete sistemarla direttamente a dimora oppure potete alloggiarla in un vasetto attendendo di trapiantarla a primavera.
 
La salvia si può moltiplicare per talea, prelevando dei rametti da una pianta bella e sana
 
 

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Trapianti

Diversi ortaggi seminati in luglio-agosto sono pronti al trapianto: i CAVOLI, i FINOCCHI, la BIETA A COSTE, i PORRI, le LATTUGHE.
Se avete seminato in contenitori alveolari dovete estrarre le piantine, per facilitare il compito sospendete per un giorno l'irrigazione: la terra seccando si restringe. Eventualmente spingete da sotto il pane di terra, infilando una canna fina o un astuccio di penna biro nel foro inferiore del vasetto.
Se avete allevato le piantine in vasetti o dischetti di torba dovete semplicemente trasferire il vasetto intero in terra.  Se avete fatto la semina in una terrina dovete “sradicare” le piantine. Bagnate abbondantemente il suolo ed estraetele aiutandovi con una forchetta o un cucchiaio, in modo che la maggior parte della terra resti aderente alle radici. In ogni caso fate i trapianti al tramonto e subito dopo innaffiate abbondantemente.
 

Piantina di cavolfiore da poco trapiantata
 
 

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Dopo aver spiegato come, perché e quando la luna influisce, prende questo dato come riferimento per calcolare con estrema precisione i giorni più favorevoli alla semina di ogni ortaggio. I nuovi criteri di coltivazione dell’orto tendono a emanciparsi dalla necessità di produrre a tutti i costi: privilegiano la genuinità del cibo e la naturalità dei metodi adottati in ogni fase. Nasce così l’orto biologico, che raggiunge la sua punta più avanzata nell’orto sinergico. In queste condizioni le piante non sono più violentate nella crescita da concimi, ormoni e pesticidi di varia natura, spesso usati massicciamente e oltre la reale necessità. Liberate dai condizionamenti chimici, e affidate nuovamente alle cure di terra, sole, acqua e aria, le uniche cose di cui hanno veramente bisogno, rigenerano la loro sensibilità alle influenze delicate dell’ambiente, come quella, osteggiata e misconosciuta, delle fasi lunari.

Questo libro prende in considerazione alcuni dati scientifici, come il tempo di germinazione e la temperatura necessaria, oltre a un dato che ci viene dalla tradizione millenaria, quello dell’influenza lunare. Dalla sinergia di queste informazioni deriva il calcolo dei giorni più adatti alla semina di ogni ortaggio.

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Orto. Preparazione del terreno alle semine. Vangatura e concimazione.

Orto. Preparazione alle semine. Vangatura e concimazione.
L’epoca ideale per la vangatura è l’autunno, periodo in cui il terreno è umido al punto giusto senza essere bagnato (si dice che "è in tempera") e le coltivazioni estive sono terminate. In queste condizioni il terreno può essere rivoltato in modo da rendere più soffice il letto di semina e più agevole la germinazione o l’espansione delle radici per le piantine trapiantate.
 
La vangatura consiste nel rivoltamento del terreno fino a una profondità di 25-30 centimetri
 

Il terreno stesso ricava molti vantaggi dalla vangatura. Dal punto di vista fisico, portando in alto gli strati più profondi si aumenta la superficie di suolo esposta agli agenti atmosferici, che disgregano le particelle: si migliora in questo modo la struttura glomerulare e si favorisce l’aumento della porosità del terreno,con uma migliore circolazione di aria, acqua  e sostanze nutritive.

A sinistra una PALA, inadatta alla vangatura. Al centro una vanga dotata anche di un accessorio utile a spingerla nel terreno con il piede. A destra il rastrello del tipo più adatto nell'orto.
 

Aria e acqua più distribuite migliorano la solubilizzazione degli elementi chimici già presenti e di quelli aggiunti tramite la concimazione. Il movimento dello strato di terra incrementa l’attività dei microrganismi del terreno.
L’aggiunta di sostanza organica come il compost, che viene incorporato tramite la vangatura, favorisce la presenza di organismi utili come i lombrichi. D’altra parte molti insetti terricoli (e purtroppo I lombrichi stessi) vengono esposti alla superficie ed all’azione degli uccelli insettivori.

Come può presentarsi inizialmente un terreno da vangare
 
 
 

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L’attrezzo migliore per eseguire una buona vangatura è la vanga, che può avere forme diverse ma nella sostanza è costituito da una lama metallica dritte dotata di un manico per poter essere manovrata. La forma può essere a V oppure rettangolare, e comunque deve essere abbastanza dritta de poter penetrate con facilità nel terreno. In questo senso va evitato uno strumento abbastanza simile ma del tutto inadeguato, detto, pala.  La pala si usa per raccogliere del materiale da spostare, quindi ha una lama fine e leggera, concava, adatta a raccogliere e non a penetrare. Anche il manico della  pala è ricurvo e la rende poco adatta ad essere infitta nel terreno.

Anzitutto il terreno va ripulito da erbe eccessivamente alte, sassi e altri ostacoli. Le erbe più basse possono essere interrate con la vangatura
 

Si vanga quando il terreno è umido al punto giusto, cioè, come si dice, “è in tempera”. Un  terreno troppo asciutto e secco rende estremamente faticosa la vangatura per la difficoltà di infiggere la lama profondamente; viceversa un terreno troppo bagnato aderisce allo strumento di lavoro. Occorre dire che anche il tipo di terreno influisce sulla vangatura. Un terreno argilloso, asciutto o no, è comunque lavorabile con molta più difficoltà di uno sabbioso. 

In mancanza di letame si può usare lo stallatico pellettato, reperibile presso i Garden Center oppure, in confezioni più economiche, presso i Consorzi agrari.
 
 
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La vangatura si esegue scegliendo una parcella di terreno ben definita. Vangate il vostro orto a pezzi: vi conviene scegliere, di volta in volta, una striscia larga circa due metri e lunga come l’area da vangare. Ripulite bene questa striscia da tutto quanto, in superficie, può ostacolare la vangatura: togliete perciò tutti I residui delle coltivazioni precedenti. Se il terreno è nuovo eliminate le pietre e ogni altro intralcio.

Prima di vangare spargete sul terreno ripulito uno strato abbondante di compost (terriccio) e lo stallatico pellettato
 
 
 

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Questo libro introduce in modo semplice ma completo all’affascinante mondo dei peperoncini e alla loro coltivazione: anche un piccolo terrazzo può essere sufficiente.
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L’erba bassa può rimanere, restando inteso che rivoltando le zolle la interrerete. Le erbe infestanti vanno eliminate a mano a mano che si vanga, estraendole dalla terra smossa e cercando di portare via anche le radici. Un  discorso a parte merita la gramigna: questa si presenta sottoterra come delle radici bianche dotate di internodi, che colonizzano il suolo. E’ inutile strappare la gramigna in superficie se non si eliminano TUTTI gli internodi nel terreno. Questo può essere fatto solo in fase di vangatura: nelle piazzole particolarmente infestate occorre vagliare ogni palata con le mani per tirare fuori tutti gli spezzoni di radice.
Dopo aver ripulito la parcella spargetevi sopra il letame (se ne avete) oppure uno strato abbondante di compost (3-5 cm) e/o dello stallatico pellettato in misura di 150-300 grammi per metro quadrato. A questo punto, dotati di vanga e stivali, siete pronti a vangare.

La vangatura deve essere profonda come la lama della vanga
 

Per la vangatura si procede all’indietro. Posizionatevi in testa alla parcella preparata e scavate una trincea profonda quanto la lama della vanga e larga circa 25 cm, che prenda tutta la testa della parcella. La terra che eliminate scavando questa trincea la spargete con la stessa vanga buttandola all’indietro.
Ora partite da un lato della parcella, infilate la vanga nel terreno in modo da afferrate una zolla larga 15 cm e profonda come la vanga, alzate la vanga e rovesciate la zolla netta trincea che avere appena scavato. La zolla va letteralmente rovesciata, in modo che la superficie vada sotto e la parte inferiore resti in alto.

Dopo la vangatura, utilizzando il rastrello, livellate il terreno
 

 
     
     
 

Prendete una seconda zolla a lato della prima e fate la stessa cosa. Continuate così finché sarete giunti all’altro lato della parcella: ora la prima trincea sarà riempita, ma ne avrete creata un’altra.  Proseguite ricominciando dal lato in cui vi trovate, una vangata alla volta scavate la terza trincea e riempite la seconda, e così via, fino alla fine della parcella. Qui resterà l’ultima trincea, che riempirete prelevando della terra smossa con l’aiuto del rastrello dalla superficie della parcella appena vangata, tirandola nella trincea in modo da riempirla.

Potete tracciare le canalette che serviranno sia per il vostro passaggio che per l'irrigazione. Le prode non dovrebbero essere più larghe di 40-50 cm
 

Il lavoro potrà essere finito spianando bene la superficie della parcella vangata con un sapiente lavoro di rastrello, con il quale, trascinando la parte superficiale del terreno in modo opportuno, darete alla parcella una leggerissima pendenza verso la direzione in cui preferite che scorrano le acqua delle eventuali piogge:dovete assolutamente evitare che nella zona coltivata si creino avvallamenti anche minimi che possano trasformarsi in pozzanghere.

Vangatura del terreno
 
 

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Le aiole di coltivazione dovranno essere sempre sopraelevate, rispetto il terreno dei sentierini e delle canalette di irrigazione,di almeno 10 cm. Le pozzanghere ed i ristagni di acqua asfissiano le piante. Poiché sarà sempre preferibile innaffiare per scorrimento anziché a pioggia, create tra le aiuole delle canalette nelle quali farete scorrere l’acqua (anche queste perciò dovranno avere una pendenza, anche se leggerissima, tra l’inizio e la fine).

La prima volta che fate scorrere l’acqua nelle canalette questa non riesce ad arrivare fino in fondo, oppure ci arriva troppo velocemente. Mentre le canalette si riempiono d’acqua, aiutandovi con una zappa, fate in modo che la pendenza sia quella giusta per avere un riempimento omogeneo da cima a fondo. Dopo questa prima laboriosa regolazione, sia perché il fondo si assesta, sia perché voi ci camminerete regolarmente dentro, le canalette acquisteranno la capacità di riempirsi velocemente.

 

IMPORTANTE

Se volete che le vostre piante prendano tutto il sole di cui avranno bisogno, fate in modo che le file (e quindi le canalette) siano disposte quanto più possibile da est a ovest, cioè dalla direzione in cui il sole sorge a quella in cui tramonta
Sulle prode può anche essere steso del telo nero, in funzione di pacciamante: riscalda il terreno e blocca la crescita di erbe infestanti
 
 
 

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